INTERVISTA AL COMPONENTE DEL C.R.A. LIGURIA Marco IVALDI

04-06-2019 16:02 -

- Marco, raccontaci la motivazione che ti ha spinto a diventare arbitro di calcio.

Sono tante le motivazioni che mi hanno spinto a recarmi in via Bacigalupo (un tempo la Sezione di Genova era là al IV piano), ma le principali sono state sicuramente la curiosità verso il mondo arbitrale, la voglia di mettermi alla prova con situazioni nuove ed ovviamente la passione per il calcio.
Ho sempre pensato che il nostro sia davvero un modo diverso di fare sport, come peraltro recitava lo slogan sulla locandina che pubblicizzava il corso arbitri, ossia “un modo diverso di fare calcio”.


- Invece, nel corso della carriera arbitrale, qual è stata la tua più grande soddisfazione?

In oltre 40 anni di carriera sportiva ci sono stati diversi momenti molto gratificanti, ma mi piace ricordarne due in particolare.
Il primo riguarda il Campionato Europeo in Portogallo, nel 2004, con Pierluigi Collina e Narciso Pisacreta. Non ricordo tanto le gare, quanto i momenti di relax in cui si viveva fianco a fianco con gli arbitri di tutta Europa. Il clima e l'atmosfera erano quelli dei raduni regionali nei quali regnavano la stessa goliardia e la stessa solidarietà.
Il secondo, invece, riguarda la Finale di Super Coppa Barcellona Siviglia, a Montecarlo nel 2006, con il “Principe” Stefano Farina e Alessandro Griselli.


- Attualmente ricopri l'incarico di Componente del CRA. In cosa consiste il tuo ruolo?

Fabio Vicinanza, unitamente agli altri Componenti del CRA, mi ha affidato la designazione delle gare di Eccellenza e la formazione tecnica dei ragazzi.
L'aspetto della formazione mi gratifica molto poiché la difficoltà vera non è designare, ma avere arbitri preparati e consapevoli di quello che si chiede loro, di quello che è necessario mettere in atto per poter dirigere bene ogni partita.


- In relazione al ruolo che attualmente ricopri, quali sono gli obiettivi che ti sei proposto per questa Stagione Sportiva?

A questa domanda, in parte, ho già risposto con la precedente.
In sintesi l'obiettivo è la valorizzazione dei ragazzi al fine di poter offrire loro una sorta di “rampa di lancio” per la carriera arbitrale e fornire, pertanto, i giusti mezzi, la giusta motivazione e anche l'entusiasmo per affrontare le varie gare e perché no, anche la vita.


- E gli obiettivi per la prossima Stagione Sportiva?

Il primo obiettivo è quello di proseguire ciò che sto già facendo con la conferma del mio ruolo; inoltre, uniformare il più possibile il metro tecnico dei ragazzi lasciando alla loro personalità l'adozione del proprio stile arbitrale.


- Che cosa consiglieresti agli arbitri, agli assistenti e agli osservatori che aspirano a raggiungere il livello nazionale?

Rispondo a quest'ultima domanda ricollegandomi ad un ricordo.
Ritornando alla partita di Super Coppa del 2006, io e Stefano eravamo a fine gara in attesa di essere premiati quando, focalizzando la nostra attenzione sulla nostra vita privata, ci ricordammo di quando ad Ovada, tanti anni prima, eravamo due ragazzini che condividevano al “Bar Nello” la passione per l'arbitraggio. Quei due ragazzini erano riusciti ad arrivare lì, a disputare una Finale di Uefa!
In buona sostanza, la strada che mi ha portato da Ovada a Montecarlo è sempre stata fatta di passione, professionalità, ma anche di divertimento.
Questi fattori, integrati ovviamente con la propria tecnica e il proprio stile arbitrale, sono sicuramente propedeutici ad una carriera nazionale.


A cura di Manuela Sciutto