INTERVISTA AL COMPONENTE DEL CRA LIGURIA Alessandro SOLARI

23-11-2019 11:42 -

A cura di Manuela Sciutto

- Alessandro, raccontaci la motivazione che ti ha spinto a diventare arbitro di calcio.

Ormai sono passati 22 anni da quando per la prima volta entrai nella Sezione arbitri di Genova.
Se dovessi dare una motivazione razionale del perché ho intrapreso questa scelta non la saprei individuare, quando si ha 17 anni si è ancora confusi e con le idee poco chiare sul futuro.
Un giorno un amico che si era iscritto al corso arbitri mi chiese di accompagnarlo e mi convinse ad iscrivermi.
Io provenivo dal mondo del calcio, come modesto giocatore del settore giovanile, e l’idea di vivere lo stesso sport, ma da una prospettiva diversa mi incuriosiva.
Così, dopo aver superato l’esame del corso ed aver iniziato ad arbitrare, sono rimasto affascinato da questo mondo.


- Invece, nel corso della carriera arbitrale, qual è stata la tua più grande soddisfazione?

Non ho il ricordo di una singola soddisfazione, ma di un percorso che mi ha portato a dirigere il massimo Campionato regionale di calcio a 11. Successivamente ho raggiunto il traguardo di essere impiegato per 8 Stagioni nella Commissione Nazionale CAN5 per dirigere i massimi Campionati di Futsal.
Devo sottolineare che oltre alla componente tecnica, le soddisfazioni maggiori che ho provato sono quelle dal lato umano, ossia: conoscere persone nuove e interessanti, stringere amicizie, magari a cena, dopo avere diretto insieme una gara, girare ogni singola regione d’Italia scoprendone le tradizioni.
Tutte queste esperienze sono un bagaglio che porterò sempre con me.


- Attualmente ricopri l’incarico di Componente del CRA, raccontaci del momento in cui hai appreso la notizia.

In realtà non c’è stato un momento preciso.
Nelle ultime due Stagioni Sportive ho collaborato con il mio predecessore Gaetano Gangilli, che ringrazio per la disponibilità che ha sempre avuto nei miei confronti. Al termine della Stagione, dopo che Gaetano aveva esaurito il mandato degli 8 anni, ho pensato che avrei potuto sostituirlo io, dando così continuità al suo lavoro.
A luglio ho ricevuto la telefonata del Presidente Fabio Vicinanza, che ringrazio ancora adesso per l’opportunità concessami, che mi ha detto: “Ale allora sei pronto? Sali a bordo con la nostra squadra?”
Chiaramente la mia risposta è stata affermativa, consapevole degli oneri e degli onori di questo incarico.


- In cosa consiste il tuo ruolo?

Il mio incarico è quello di Componente Responsabile del Calcio a 5. A me è affidata la gestione tecnica del gruppo e la loro crescita.
Gestisco le designazioni di tutte le gare di Futsal nel territorio ligure, dal massimo Campionato Regionale di Serie C alle gare giovanili, fino al Calcio a 5 femminile.
Inoltre, provvedo anche alle designazioni dei cronometristi che la CAN 5 delega per le gare nazionali.


- In relazione al ruolo che attualmente ricopri, quali sono gli obiettivi che ti sei proposto per questa Stagione Sportiva?


L’obbiettivo ultimo è la crescita tecnica e comportamentale dei ragazzi.
L’auspicio è quello che a fine Stagione ci siano molti arbitri che abbiano le “carte in regola” per potere ambire al livello nazionale: questo significherebbe che tutto il gruppo è cresciuto.
Quotidianamente cerco di aiutarli e di stimolarli a fare sempre meglio senza mai accontentarsi.
Cerco, inoltre, di fare capire al gruppo che gli osservatori che settimanalmente vanno a valutare le loro performance, sono il migliore strumento che hanno a disposizione per crescere. Non esiste infatti osservatore che vada al palazzetto di gioco con una finalità diversa se non quella di fare maturare i ragazzi, dando loro i giusti suggerimenti e correttivi per fare piccoli salti di qualità.


- Che cosa consiglieresti agli arbitri, agli assistenti e agli osservatori che aspirano a raggiungere il livello nazionale?

Per arrivare a traguardi importanti come il livello nazionale occorrono capacità importanti. Non mi riferisco solamente all’aspetto tecnico e quindi alla conoscenza perfetta del regolamento, non mi riferisco solamente all’aspetto atletico e quindi ad una perfetta forma fisica, ma soprattutto focalizzo l’attenzione sull’aspetto comportamentale. I ragazzi che ambiscono al livello nazionale devono dimostrare di essere prima di tutto “uomini”, persone di valore e con dei valori, sempre disponibili ad aiutare i colleghi, persone positive e soprattutto umili.
Se riusciranno a fare tutto ciò, vorrà dire non solo che sono pronti per fare il grande “salto”, ma anche e soprattutto che sono pronti ad affrontare con serenità la vita di tutti i giorni.


Fonte: craliguria.it