INTERVISTA AL COMPONENTE DEL CRA LIGURIA Diego LANDI

30-07-2020 14:07 -

A cura di Manuela Sciutto

- Diego, raccontaci la motivazione che ti ha spinto a diventare arbitro di calcio.

Ho sempre giocato a calcio con gli amici, ma è stato mio cugino più grande, a cui sono molto affezionato, che mi ha coinvolto in questa avventura. È stato così che mi sono iscritto al corso di arbitro presso la Sezione di Genova.


- Nel corso della carriera arbitrale, qual è stata la tua più grande soddisfazione?

La mia più grande soddisfazione è stata quella di aver arbitrato fino al limite di età di 45 anni e di essere sempre riuscito a guadagnarmi, al termine di ogni partita, il rispetto dei calciatori e delle squadre.


- Attualmente ricopri l’incarico di Componente del CRA, raccontaci del momento in cui hai appreso notizia della tua nomina.

Mentre ero al lavoro, mi ha chiamato il Presidente del CRA, Fabio Vicinanza, per organizzare la nuova Stagione. Non mi aspettavo la chiamata, è stata una piacevole sorpresa ed ho dato subito la mia disponibilità.


- In cosa consiste il tuo ruolo?

Sono il designatore degli arbitri di Promozione, quindi, oltre ad assegnare le gare, seguo tecnicamente i ragazzi più giovani affinché riescano a spiccare il volo nella categoria superiore, l’eccellenza.


- In relazione al ruolo che attualmente ricopri, quali sono gli obiettivi che ti sei proposto per questa Stagione Sportiva?

L’obiettivo principale è quello di aiutare i colleghi più giovani affinché riescano a sfruttare al massimo le proprie potenzialità e quindi, a migliorarsi, trasmettendo non sole le conoscenze tecniche, ma anche la mia esperienza che ho maturato in questi anni sul terreno giuoco.
L’AIA mette sempre i giovani nella condizione di essere seguiti e spronati dando così loro tante possibilità ed opportunità, pertanto, queste devono essere sfruttate al meglio.


- Che cosa consiglieresti agli arbitri, agli assistenti e agli osservatori che aspirano a raggiungere il livello nazionale?

Consiglierei di impegnarsi e di crederci.
Spesso gli arbitri e gli assistenti scendono in campo con l’ansia da prestazione, sono nervosi e preoccupati per il voto. Questo atteggiamento influenza negativamente la partita e anche il modo di vivere l’arbitraggio. Sicuramente il ruolo che ricoprono deve essere preso con serietà, ma ritengo che debba essere affrontato anche con grande serenità e voglia di divertirsi.



Fonte: craliguria.it